Il James Webb rivela novità di Giove prima sconosciute!

James Webb News

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Grazie alla grande sensibilità del James Webb Telescope, gli scienziati hanno studiato il fenomeno per comprendere meglio la Magnetosfera.
Ma qual’è questo fenomeno?
Gli scienziati hanno scoperto che su Giove avvengono aurore con intensità centinaia di volte superiori a quelle che avvengono sulla terra.

- Osservazioni ravvicinate delle aurore su Giove (Dicembre 2023)
Credit: ESA/Webb, NASA, CSA, J. Nichols (University of Leicester), M. Zamani (ESA/Webb)

Ma cos’è la cosiddetta “aurora”?
L’aurora è un fenomeno che avviene a causa delle tempeste solari, per cui particelle ad alta energia provenienti dal sole entrano nell’atmosfera di un pianeta interagendo con il suo campo magnetico; quest’ultimo le trasporta verso i poli magnetici ed esse interagiscono con atomi di gas, eccitandoli (gli elettroni degli atomi di questi gas si trovano in un determinato livello energetico; quando le particelle interagiscono con gli atomi, gli elettroni salgono al livello energetico superiore), tuttavia in quello stato gli atomi sono instabili, per cui gli elettroni tendono a tornare allo stato di partenza rilasciando l’energia necessaria per tornare al livello energetico iniziale sotto forma di energia luminosa (fotoni) di color rosso (ossigeno, a quote superiori di 240 km), verde (ossigeno, a quote comprese tra 110 km-240 km), blu/viola/rossi più scuri (azoto, a quote inferiori di 100 km).
Particelle aventi minor energia favoriscono tendenzialmente reazioni con l’ossigeno ad alta quota, mentre particelle aventi maggior energia viaggiano più in profondità favorendo reazioni con l’azoto a quote inferiori.

- Osservazioni delle aurore su Giove (Dicembre 2023)
Credit: NASA, ESA, CSA, STScI, Ricardo Hueso (UPV), Imke de Pater (UC Berkeley), Thierry Fouchet (Observatory of Paris), Leigh Fletcher (University of Leicester), Michael H. Wong (UC Berkeley), Joseph DePasquale (STScI), J. Nichols (University of Leicester), M. Zamani (ESA/Webb)

Giove raccoglie le particelle provenienti dalle tempeste solari e le accelera a velocità gigantesche, aumentando l’energia che possiedono, in quanto fornisce loro ulteriore energia cinetica. Queste colpiscono l’atmosfera del pianeta eccitando i gas, e facendo brillare l’atmosfera di Giove con intensità centinaia di volte superiori rispetto alle aurore che avvengono sulla Terra.

Tuttavia Giove ha un ulteriore fonte di particelle:
a causa del suo enorme Campo Magnetico, questo pianeta raccoglie particelle cariche provenienti dall’ambiente circostante, includendo non solo le particelle provenienti dal vento solare (un flusso continuo di particelle emesse dall’atmosfera del sole, costituito da elettroni, protoni, particelle alfa (nuclei di elio) e tracce di altri elementi), ma anche quelle provenienti dal suo satellite denominato “Io”.
Noto per i suoi numerosi grandi vulcani, Io, rilascia particelle provenienti dall’attività di quest’ultimi, le quali riescono a sfuggire all’attrazione gravitazionale del satellite, venendo catturati dal campo gravitazionale di Giove, orbitando intorno ad esso.

Gli scienziati sono riusciti a catturare le caratteristiche aurorali di Giove in rapida evoluzione, questo perchè, grazie all’alta sensibilità del James Webb Telescope, hanno potuto aumentare la velocità di scatto.

- illustrazione del James Webb Telescope
Credit: ESA/ATG medialab

Questi nuovi dati sono stati raccolti dalla Near-InfraRed Camera (strumento ottico progettato per catturare immagini nelle regioni del vicino infrarosso, in particolare onde aventi lunghezze d’onda comprese tra 0,6 - 5 micrometri μm) del James Webb Telescope da Jonathan Nichols dell’Università di Leicester nel Regno Unito nel giorno di Natale del 2023.

Credit: ESA/Webb, NASA, CSA, J. Nichols (University of Leicester), M. Zamani (ESA/Webb)

Grazie ai dati ottenuti, il team di scienziati è riuscito a scoprire che lo ione triidrogeno (H3+) è molto più variabile di quanto si pensasse.
Inoltre ciò che rende questo studio ancora più interessante è che il team ha studiato il fenomeno anche nelle regioni dell’ultravioletto, grazie al Telescopio Hubble, non riscontrando la stessa attività presente nelle regioni del vicino infrarosso.

Il team di scienziati afferma: abbiamo bisogno di una combinazione apparentemente impossibile di elevate quantità di particelle a bassissima energia che colpiscono l'atmosfera, come una pioggerellina! Ancora non capiamo come ciò accada."

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